Luigi XVI

2018 | 135 x 67 cm | Copper, salt, acid and resin (sale, acido muriatico e resina su lastra di rame)

 

Luigi XVI di Borbone (Versailles 1754 – Parigi 1793) è stato re di Francia dal 1774 al 1792; dal 1º ottobre 1791 regnò con il titolo di “re dei Francesi” fino al 10 agosto 1792, giorno della sua deposizione.

Inizialmente amato dal popolo, sostenne la guerra d’indipendenza americana, ma non fu in grado di comprendere appieno gli eventi successivi in patria.

Luigi XVI viene descritto come un uomo debole, inadatto al trono o poco capace di prendere decisioni difficili. Il matrimonio tra Luigi XVI e Maria Antonietta fu relativamente tranquillo e accomodante, nonostante i due fossero estremamente diversi sia per temperamento fisico sia per interessi, non era possibile che scaturissero tensioni poiché il re e la regina evitavano ogni attrito tra di loro, il primo per apatia, la seconda per noncuranza. L’unico pesante ostacolo alla felicità coniugale dei sovrani di Francia fu rappresentato dalla mancata consumazione delle nozze nei primi sette anni di matrimonio. Dal momento che non poteva soddisfare fisicamente la moglie né metterla nella circostanza di procreare un erede maschio per la Francia, Luigi XVI permise che la regina si desse a divertimenti costosi e sciocchi per sopperire alle sofferenze del matrimonio e per dimenticare mortificazione e solitudine. Maria Antonietta, tranne che nelle questioni politiche, riusciva a ottenere dal re tutto quello che desiderava, nonostante questi non approvasse i suoi comportamenti e le sue considerevoli spese. Dopo sette anni nacque il primo dei quattro figli della coppia reale.

Nel 1789 scoppiò la Rivoluzione Francese, Luigi era perplesso nei confronti delle riforme sociali, politiche ed economiche della rivoluzione, tuttavia puntava sempre a non creare strappi violenti. I principi rivoluzionari della sovranità popolare, benché centrali per i principi democratici dell’epoca successiva, segnarono una rottura decisiva rispetto al principio della monarchia assoluta che vedeva il trono e l’altare come cuore del governo.

Tentò la fuga con la famiglia ma fu fermato ed arrestato, dopo l’instaurazione della Repubblica fu giudicato colpevole di alto tradimento dalla Convenzione nazionale, condannato a morte e ghigliottinato il 21 gennaio 1793.